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Melanoma e tumore polmone, ok Aifa per nivolumab stadio precoce
Più guarigioni per i pazienti grazie all'immunoterapia
L'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato nivolumab, un farmaco immunoterapico, nelle fasi precoci del melanoma e del carcinoma polmonare di adulti con melanoma allo stadio IIB o IIC sottoposti a resezione completa. Il via libera si basa sui risultati dello studio CheckMate -76k, in cui nivolumab ha dimostrato un beneficio a lungo termine nel trattamento adiuvante, con una sopravvivenza libera da recidiva a tre anni del 71% e una riduzione del rischio di recidiva pari al 38%. Anche la sopravvivenza libera da metastasi a distanza è più lunga con nivolumab, con tassi a 36 mesi del 79%. Aifa ha dato inoltre l'ok a nivolumab in associazione a chemioterapia, prima dell'intervento, nel carcinoma polmonare non a piccole cellule resecabile, ad alto rischio di recidiva, con espressione tumorale di Pd-L1≥1%. Grazie all'immuno-chemioterapia neoadiuvante il 79% dei pazienti è vivo a 4 anni, rispetto al 62% con la sola chemioterapia. "I risultati dello studio CheckMate -76K rappresentano un progresso significativ o- spiega Paolo Ascierto, Direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto Nazionale Tumori Fondazione 'Pascale' di Napoli -. Nivolumab è già disponibile in adiuvante nei pazienti in stadio III e IV resecato. L'approvazione di Aifa consente di anticipare ulteriormente il trattamento immunoncologico, che nella malattia metastatica ha già evidenziato grande efficacia con circa il 50% dei pazienti vivo a 10 anni. Portare l'immunoterapia in fasi ancora più precoci, da un lato riduce il rischio di recidiva, dall'altro può aumentare il numero di pazienti guariti". Secondo Ascierto, la terapia adiuvante con nivolumab dovrebbe inoltre "essere iniziata il prima possibile dall'asportazione completa del tumore e il trattamento dura solo un anno". Anche nei tumori polmonari in fase precoce, l'immunoterapia può aumentare le possibilità di guarigione. "Il carcinoma polmonare non a piccole cellule (Nscl) rappresenta circa l'85% dei casi - dichiara Francesco Grossi Ordinario di Oncologia Medica all'Università degli Studi dell'Insubria di Varese -. Nei pazienti con tumore in stadio II-IIIA, l'intervento chirurgico rappresenta un'opzione terapeutica cruciale, ma il rischio di recidiva rimane elevato, rendendo necessaria una strategia terapeutica che includa la terapia neoadiuvante per migliorare gli esiti a lungo termine".
A.Magalhes--PC