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'Una dinastia a tempo di valzer', la saga degli Strauss
Libro di Roberto Iovino racconta musica e amori della famiglia
(di Stefano Secondino) ROBERTO IOVINO 'STRAUSS. UNA DINASTIA A TEMPO DI VALZER' (LIBRERIA MUSICALE ITALIANA, PP 229, 25 EURO) Una famiglia di imprenditori della musica, che ha costruito un impero economico e artistico fondato su valzer e mazurke. Sono gli Strauss, i massimi esponenti della musica da ballo viennese dell'Ottocento. Alla loro vicenda ha dedicato un libro Roberto Iovino, ex docente di Storia della musica al Conservatorio di Genova, giornalista e storico. "Strauss. Una dinastia a tempo di valzer", racconta una famiglia che per 76 anni e due generazioni, dal 1825 al 1901, ha regnato nella musica popolare in Europa e America. Lo ha fatto attraverso una rete di orchestre e concerti a Vienna e di tournée all'estero, ma soprattutto attraverso una produzione quasi industriale di ballabili, operette e arrangiamenti di musica altrui. Un lavoro di enorme successo commerciale, ma al tempo stesso di altissimo valore artistico, apprezzato da tutti i compositori di musica colta dell'epoca, da Mendelssohn a Liszt a Brahms a Wagner. Iovino racconta le storie private degli Strauss (che meriterebbero una serie tv), i loro amori e il loro ambiente, oltre all'evoluzione artistica della loro musica. Si parte da Johann senior, sanguigno ed esuberante, che dal 1825 con la sua orchestra prende i balli tradizionali tedeschi ed europei e li eleva ad un livello tecnico ed artistico mai visto. Ben presto diventa il re della musica viennese, mette su diverse orcheste che si esibiscono nelle migliori sale cittadine, e comincia a girare l'Europa. Poi ci sono i tre figli. C'è Johann junior, il più grande della dinastia, l'autore del Bel Danubio Blu. Timido e riservato, a un certo punto decide di emanciparsi dal padre e diventa il suo principale rivale nelle sale viennesi. C'è Josef, che voleva fare l'ingegnere, ma viene trascinato dalla famiglia a comporre: scriverà opere di grande valore, ma morirà presto. Infine c'è Eduard, meno dotato artisticamente dei fratelli, ma autentico genio dell'industria musicale. Sarà lui a sciogliere le orchestre Strauss nel 1901, dopo la morte di Johann junior nel 1899. L'epoca felice del valzer viennese era finita. Tredici anni dopo, la Prima Guerra Mondiale spazzerà via quello che restava di quel mondo. Iovino dedica un'appendice del libro al Concerto di Capodanno, che dal 1939 celebra la musica degli Strauss in tutto il mondo. Nato come una rivalsa dell'identità austriaca dopo l'Anschluss nazista, viene diretto dall'ideatore Klemens Krauss fino al 1954. Dal 1955 comincia il regno del viennese Willi Boskovsky, e c'è la prima trasmissione tv in mondovisione. Boskovski "regna" sul Concerto fino al 1979. Gli succede Lorin Maazel fino al 1986. Da allora, sul podio del MUsikverein di Vienna si sono dati il cambio ogni anno i più grandi direttori: Herbert Von Karajan, Claudio Abbado, Carlos Kleiber, Riccardo Muti, Zubin Mehta, Nikolaus Harnoncourt.
P.Serra--PC