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Mogol, 'oggi la musica non rispetta le donne, sono uomini vili'
"Battisti sarebbe d'accordo. Una via a suo nome perché negarla?"
(di Chiara Venuto) "A me sembra che le donne vadano rispettate. Vedere che molte canzoni oggi parlano con mancanza di rispetto nei loro confronti mi dispiace". Giulio Mogol, 89 anni, non le manda a dire quando si parla di rappresentazione delle donne nella musica. Per lui, anzi, "la donna è il sesso forte, già solo perché per il 99% ha il compito della procreazione". L'occasione per parlarne è "Sulle ali di un sogno: Mogol racconta Battisti", l'evento di ieri sera all'Auditorium Parco della Musica organizzato per il 25esimo anniversario di Frimm a sostegno dell'impegno di Croce Rossa Italiana contro la violenza sulle donne. Mogol ha raccontato le canzoni di Battisti, poi interpretate dal 'sosia', Gianmarco Carroccia, insieme alla sua orchestra. Un susseguirsi di grandi titoli che hanno fatto cantare gli ospiti, tra telefonini che illuminavano il buio e chi ballava sul posto. Partendo da 'Emozioni', la cui prima parte "la scrissi in venti minuti ascoltando un dischetto in finto inglese di Battisti, mentre la seconda sezione la creai nella mia mente mentre guidavo per due ore e mezza con la mia famiglia in macchina", dice l'autore. Seguita da 'Un'avventura' urlata a squarciagola (pure Mogol si mette a cantare a microfono spento), 'Dieci ragazze', 'Il tempo di morire' ("ho sbagliato, cantate 1000 hp, non 10", chiede Mogol dal palco), 'Anche per te' ("scritta per tre donne che meritavano una carezza"), 'I giardini di marzo', 'Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi'. E, ancora, 'Prendila così', 'Nessun dolore', 'Con il nastro rosa' e così via. Ma oggi Mogol vede qualche buon esempio nella musica italiana, quando si parla di rappresentazione delle donne? "Non lo so, non ne ho trovati per adesso, però ci saranno, spero", risponde. E poi sostiene: "Nelle mie canzoni ho sempre parlato con grande rispetto" e di recente "ho scritto una canzone sul femminicidio che ha cantato Giusy Ferreri molto bene. È sulla storia di una donna morta, che parla e racconta la sua vicenda". E "credo che Battisti la pensasse come me, massimo rispetto per le donne, senza essere d'accordo con chi non ne ha. Cosa che purtroppo oggi avviene. Addirittura, succede qualcosa di peggio. La donna viene ammazzata. Da chi? Da persone vigliacche. C'è gente che non ce la fa più da sola. La donna se viene lasciata si cerca un altro compagno, che è cosa più intelligente da fare. Certi uomini invece sono così vigliacchi da non avere il coraggio di affrontare la vita senza la donna che avevano. È solamente vulnerabilità, vigliaccheria e debolezza". Cosa dovrebbe fare l'uomo oggi? "Agire come hanno sempre agito i nostri padri, come faccio io, con il massimo rispetto". Avendolo davanti non gli si può non chiedere dell'ultimo caso scoppiato a Molteno, in Brianza, dove Battisti visse fino alla sua morte e perciò si voleva intitolare una via a suo nome. I cittadini, però, hanno fatto una raccolta firme per fermare l'iter. "Secondo me è una polemica che non ha senso - risponde Mogol -. Lucio Battisti è stato un personaggio importante della canzone e della cultura popolare italiana, perché non possiamo nominare una strada a suo nome? Ci sono strade per persone che nemmeno conosciamo, non abbiamo mai visto, perché negare questo a una persona come lui che ha svolto un ruolo così importante?"
P.Cavaco--PC
