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Il racconto di Zemlja, la memoria divisa a 30 anni da Srebrenica
Alla Sapienza la prima proiezione in Italia del documentario
A trent'anni dal genocidio di Srebrenica, la Bosnia-Erzegovina resta una terra attraversata da fratture politiche, identitarie e culturali: a mettere a fuoco questa eredità irrisolta è 'Zemlja - La memoria divisa. La terra che ricorda, la terra che dimentica', documentario indipendente dei giornalisti Tatjana Đorđević e Joshua Evangelista, realizzato con la fotografia di Nicolino Sapio. L'opera, della durata di 40 minuti, sarà proiettata per la prima volta in Italia il 19 novembre, alle ore 10, nell'aula 'Vittorio Bachelet' del Dipartimento di Scienze Politiche della Sapienza di Roma; alla proiezione seguirà un dibattito tra gli autori e Renata Gravina, Alessandro Guerra, Goran Losic, Luca Micheletta e Ilaria Zavaresco. Il film attraversa Sarajevo, Banja Luka e Srebrenica seguendo la quotidianità di due adolescenti, Nia e Jakša, che crescono in mondi paralleli, separati da sistemi scolastici e narrazioni storiche opposte. Nei loro percorsi emergono programmi educativi che cambiano volto a seconda dell'etnia e del territorio: in alcune scuole il genocidio viene negato, in altre i criminali di guerra sono celebrati, mentre la memoria del conflitto diventa terreno di scontro politico e identitario. Attorno ai due giovani si alternano testimonianze di insegnanti, storici, giornalisti e attivisti, tra cui Nerma Hailović Kibrić, Sanja Kobilj, Džana Brkanić, Ismar Porić, Edvin Kanka Čudić, Selma Bajraktarović e Murat Tahirović, insieme a cittadini e artisti coinvolti in progetti culturali e iniziative di memoria. Le loro voci delineano un quadro di profonda frammentazione, in cui la storia recente continua a essere manipolata attraverso propaganda, monumenti, simboli e distorsioni del passato. Secondo gli autori, il documentario invita a riflettere su ciò che resta dopo un conflitto e su cosa accade quando la pace non riesce a ricomporre davvero il trauma collettivo. "Non esiste ancora una memoria condivisa di quanto accaduto - sottolinea Tatjana Đorđević -. Le ferite vengono strumentalizzate per fini politici e i nazionalismi, invece di attenuarsi, appaiono oggi più forti di prima. La divisione dei sistemi scolastici rappresenta uno degli ostacoli più seri alla riconciliazione".
X.Matos--PC