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Cresce business delle frodi scientifiche, ricerca a rischio
'Network criminali vendono studi fake'
Ci sono ricercatori che, per fare carriera, comprano articoli scientifici belli e fatti e quelli che pagano per essere inseriti tra gli autori di una pubblicazione. Ci sono sistemi per la scrittura di articoli scientifici su studi mai condotti ed editori compiacenti disposti a pubblicarli. Poi c'è una rete di broker che, dietro le quinte, media tra questi attori. È il ritratto dell'editoria scientifica fraudolenta che emerge da uno studio realizzato dalla University of Colorado di Boulder (Usa) pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas. Un fenomeno in crescita, che vale milioni di euro e che mette a rischio il mondo della scienza. Nel campo della ricerca la pubblicazione di studi scientifici è il metro attraverso cui si giudica la qualità di un ricercatore, determinandone la carriera e i finanziamenti a cui ha accesso, insieme all'organizzazione di cui fa parte. Per questo c'è chi è disposto a barare pur di ottenere più pubblicazioni possibili. Un tempo si trattava di singoli ricercatori pronti a falsificare dati o plagiare ricerche altrui. Negli ultimi anni, invece, sono nate organizzazioni globali specializzate nella frode scientifica, sottolinea ora lo studio. Attraverso un'analisi di grandi moli di dati, i ricercatori sono riusciti a collegare diverse pubblicazioni fraudolente, con i produttori seriali di studi scientifici fake - i cosiddetti 'paper mill' - e con riviste compiacenti. "Queste reti sono essenzialmente organizzazioni criminali che agiscono insieme per falsificare il processo della scienza", ha detto il coordinatore dello studio Luís A. Nunes Amaral.
T.Vitorino--PC