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Il ritorno del colletto lavallière, austero e borghese, ora anche stiloso
Amato dalle donne in politica e in carriera, è il must delle feste
(di Beatrice Campani) Da oltre 50 anni simbolo di empowerment femminile, è tornato di grande tendenza il colletto lavallière, anche detto all'inglese 'pussy bow' o più semplicemente cravatta morbida, annodata al collo come un grande fiocco. Apparso in grande spolvero su moltissime passerelle delle collezioni dell'autunno/inverno 2025/26, è presto diventato la nuova ossessione di stile delle più attente alla moda e ora il dettaglio più amato per le serate festaiole tra Natale e Capodanno. Che sia una camicia o un abito, non c'è party senza un bel fiocco annodato attorno al collo. Gli stilisti infatti l'hanno re-interpretato in ogni modo, dalle versioni aristocratiche a quelle giocose. Da Valentino, Alessandro Michele l'ha abbinato al blazer doppiopetto in lana inglese, sugli abiti ma anche sopra i maglioni a collo alto, Fendi l'ha voluto nella versione plissè, mentre da Emporio Armani è il must sui completi in velluto da sera ma anche nelle camicette colorate da abbinare ai completi formali da ufficio. Da Chanel il grande fiocco si sovrappone alla classica giacca in tweed e diventa protagonista nelle camicie bianche, sovrastato da una cascata di perle. C'è chi ha personalizzato il colletto lavallière con proporzioni maxi, come Giambattista Valli per gli abiti in seta, David Koma alla sua prima prova come stilista di Blumarine, e Antonio Marras che ha fatto sfilare la camicia bianca col grande fiocco abbinata a una gonna longuette in scozzese misto spigato. E' più underground invece da Alexander McQueen, dove diventa un grande jabot per la camicia nera lucida da party serale. Ci sono anche versioni giocose: la stilista Vivetta Ponti ha ripreso i suoi iconici tromp-l'oeil, con il colletto a fiocco che si trasforma nell'inconfondibile silhouette delle mani che si incrociano sul petto. Insomma il 'pussy bow' (dal nome del fiocchetto che si mette al collo dei gattini) è talmente versatile da essere adatto nelle occasioni formali ma anche ai cocktail per lo scambio di auguri. Eppure ha una storia non banale e un simbolismo non di poco conto che bisognerebbe considerare prima d'indossarlo, per scegliere chi si vuol essere, se una Lady di Ferro o una femminista moderna. Attribuito alla duchessa Louise de la Baume-Le Blanc de La Vallière (da cui prende il nome), amante di Luigi XIV, fu ispirato dallo stesso sovrano che spesso indossava una cravatta a fiocco. La duchessa confezionò una sua versione con un nastro annodato a fiocco intorno al collo e lanciò la moda, ignara di ciò che in seguito avrebbe rappresentato questo dettaglio di stile. La camicetta col collo lavallière fu scelta da pittori e artisti del XIX secolo come simbolo di una vita da bohemienne, divenne negli anni '50 e '60 il capo preferito dalle donne che volevano una certa indipendenza lavorativa (indossata con il tailleur) e poi con il boom del power dressing, negli anni '80, si trasformò nel simbolo della divisa della donna di successo. E' stato poi tratto distintivo di molte donne in politica, come il primo ministro inglese Margaret Thatcher. Oggi è tornato protagonista nei look di Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca (ma indossato spesso anche dalla first lady Melania Trump) e di tante celebrities di ogni parte del globo. L'indimenticabile Diane Keaton, ad esempio, lo alternava alle sue amatissime cravatte.
C.Amaral--PC